Quando uno chef 3 stelle Michelin sostiene che questo è il dolce che mangerebbe tutti i giorni, allora va studiato, va preparato e va divorato. Non è la classica crostata con crema pasticcera, è qualcosa di più complesso e infinitamente più gustoso, con la friabilità dei pinoli aggiunti alla frolla e con la freschezza del limone a dominare la crema. Una crostata che può essere un dessert ma vi assicuro che la divorerete anche a colazione.
Vi siete mai trovati a fare colazione in un hotel oppure in quei terribili brunch a buffet dove i ristoranti vi rifilano tutti gli avanzi della settimana precedente? Uno dei piatti più angoscianti che spesso ritrovo è la classica teglia di uova strapazzate completamente asciutte e insapori. È incredibile come uno dei piatti iconici di un brunch sia in realtà veramente facile da preparare con alcuni accorgimenti e un risultato garantito.
Uno dei piatti che preparare in casa offrirà una soddisfazione extra. Perché continuiamo a trovarle nei bar, nei supermercati, ma non saranno mai la stessa cosa. Provate a prepararle in casa, con la pasta frolla fresca, e assortite con tutti i nostri sapori preferiti, dalla nutella, alle marmellate varie, alla crema di pistacchio. Totali.
Pochissimi ingredienti per un classico piatto invernale che nasce vegano, e andrebbe anche bene così e finisce corredato da una buonissima salsiccia che abbiamo in precedenza pulito dal budello e soffritta a pezzettoni. Nei mesi freddi il broccolo si trova su tutte le bancarelle dei mercati e rappresenta una grande fonte di antiossidanti, ovvero, fanno molto bene al nostro corpo. Io non ne vado pazzo, però una crema di broccoli ogni tanto non fa mai male. Io preparo la crema al naturale – senza soffritti – perché quando ne avanzo la posso mettere tranquillamente in un vasetto sottovuoto che conservo per tutto l’inverno.
Regola numero uno in cucina: non si butta via niente. Quando ho un po’ di pane vecchio e dello speck dal mio fornitore in Alto Adige, allora non mi resta altro che preparare i classicissimi canederli allo speck. Piatto best seller di ogni baita che si rispetti nelle nostre montagne. Piatto povero e con pochi ingredienti, ma che, come sempre, regala grandi emozioni sia come primo piatto che come contorno servito insieme a delle salsicce, a del gulasch di manzo o anche a delle puntine di maiale.
Con l’autunno, le piogge e l’arrivo inesorabile dei funghi si aprono una moltitudine di opzioni di piatti che si possono preparare con questo prodotto straordinario. E bisogna approfittarne, quando un prodotto di questo tipo è disponibile solo per un mese all’anno. Se è vero che i funghi si sposano benissimo con la pasta all’uovo, con gli gnocchi di patate hanno la loro sublimazione. Invece di preparare la classica ‘trifolatura’, ho preparato a parte una salsina al prezzemolo da mettere a crudo sugli gnocchi caldi.
Le cotture lente sono quei piatti che offrono il maggiore tasso di soddisfazione anche grazie al tempo e all’impegno che dedichiamo nella preparazione. È uno di quei piatti che richiede tanta pazienza (circa un pomeriggio) ma anche tanta organizzazione nella preparazione soprattutto all’inizio della ricetta. Poi dobbiamo lasciare fare il lavoro alla nostra cocotte e al forno mentre noi possiamo rilassarci con un buon bicchiere di vino davanti a un camino. La guancia poi è una delle parti del manzo più sottovalutate, non è facile da trovare e il costo è decisamente inferiore rispetto agli altri tagli, ma il sapore vi sorprenderà.
Che dire. Forse il sandwich più famoso del mondo. C’è chi dice che sia un acronimo (Chicken Lettuce Under Bacon), c’è chi narra che semplicemente sia nato in una clubhouse di qualche elegante country club americano. Praticamente oggi si trova in qualsiasi ristorante, pub, in tutti i bar a bordo piscina del mondo servito insieme a una porzione di patatine fritte. Purtroppo solo alcuni sono del livello richiesto per questo tipo di sandwich, soprattutto a causa del pane che va preparato assolutamente in casa.
Il fegato è uno di quei prodotti che si amano e si odiano, ma anche a causa di qualche pregiudizio che, magari, non ci lascia neanche assaggiare un piatto prima di giudicarlo. È capitato a tutti. Per anni dire sostanzialmente: “Odio il fegato!”, per poi, un giorno, assaggiarlo, e dire: “ma in realtà non è così male”, e poi non ne farete più a meno. E ci sarà un motivo se uno dei piatti icona del Veneto è proprio il fegato alla veneziana: un piatto semplice, con solamente due ingredienti, preparato con prodotti poveri, ma che cotti insieme creano una combinazione di gusto dolce-amaro che vi delizierà
Poche cose battono un piatto di pesce crudo fresco e di qualità. Ogni volta che al mercato o in pescheria vedo un bel pezzo di filetto di tonno penso subito ad una tartare. A come posso condirla e soprattutto a come riuscire a non rovinarla, scegliendo con attenzione gli ingredienti e i sapori che non coprano troppo il gusto delicato del pesce crudo. Si sposa benissimo con oli non troppo 'saporiti', con qualsiasi tipo di frutta secca e con una splendida salsa teriyaki fatta in casa.
Uno dei piccoli piaceri della vita è avere il tempo e la voglia di andare presto di mattina ai mercati rionali e guardare cosa offrono di bello i vari banchi. Mi faccio attrarre spesso dal colore del tonno. Quando è fresco direttamente dal mercato è impareggiabile, verifichiamo sempre che sia stato abbattuto visto che per questo piatto deve essere lievemente scottato, poi con l’accompagnamento di una crema alla mozzarella di bufala insaporita con il wasabi e una salsa al prezzemolo, il risultato sarà di assoluto godimento.
Il gröstl (letteralmente rosticciata) di baccalà è uno di quei piatti che mi ricorda casa: nelle locande altoatesine viene servito a tavola direttamente su una padellina di ferro usata per saltare il pesce insieme alle patate. Un piatto semplice ma denso di sapori con ingredienti che si sposano alla perfezione.
Casa. Uno di quei piatti che mi ricorda casa. E non è che nel resto del mondo i maiali non abbiano lo stinco. Semplicemente lo usano per altre preparazioni immagino. In Alto Adige invece, è sul menù di qualsiasi posto della tradizione per la sua semplicità e quella carne tenera e saporita (per essere maiale) che non ha bisogno di tanti accompagnamenti nella preparazione se non un po’ di grasso e un bel bicchierone di birra per non renderlo troppo secco. Assolutamente da provare.
Se mai mi dovesse capitare la disperata scelta di un piatto come ultima cena, probabilmente sceglierei il pollo arrosto, magari due. Raramente trovo qualcosa di più soddisfacente di un pollo arrostito caldo, con la carne morbida e la pelle croccante. Ammetto che è uno di quei piatti che fare con un girarrosto professionale risulta in una cottura decisamente migliore, con il forno di casa è difficile arrivare ad una cottura e croccantezza così uniforme. Però farlo in casa ti offre la possibilità di avere un prodotto di qualità, condirlo come desideri e soprattutto gustarlo appena uscito dal forno.
Quando ci si addentra nei grandi, o meglio, grandissimi classici delle cucine straniere bisogna stare molto attenti e rispettare il piatto e gli ingredienti al meglio delle nostre possibilità. Se poi parliamo della cucina francese allora la sfida è doppia – ci arrabbieremmo pure noi se qualche francese mettesse il prosciutto nella carbonara d’altronde. Il Bouef à la bourguignonne è il piatto principe di una delle patrie del vino più importanti al mondo, uno di quei piatti che si trovano in ogni menu di mezza Francia, e, lo ammetto, è uno di quei piatti che fa scaldare il cuore e l’anima durante le uggiose giornate invernali. Elaborato, ma assolutamente da provare.
Quando l’estate è finita e cominciano le giornate un po’ più fredde e buie, allora se vuoi andare sul sicuro, scegli una zuppa. E se decidi di fare una zuppa di patate, allora, la strada è in discesa per avere una serata speciale. È un piatto semplice da preparare, ci sono pochissimi ingredienti e tutti relativamente semplici da preparare o da comprare. È un piatto economico, la patata, la protagonista del piatto, è un prodotto accessibile a tutti. Basta avere, come sempre, solo un po’ di pazienza. Per dare un’ulteriore spinta di sapore ho aggiunto anche dei funghi porcini e ho guarnito con l’anima di un fungo porcino crudo e un olio aromatizzato al prezzemolo.
Potrebbe essere considerata la zuppa più vecchia del mondo, sicuramente una delle più povere. Di fatto ci sono tre ingredienti di base: acqua, patate e porri. Ho aggiunto lo speck per dare una nota di colore, croccantezza e sapidità a un piatto in realtà quasi ‘dolce’ grazie alle patate e ai porri. Si potrebbe anche definire un ‘comfort food’, uno di quei piatti che durante un pomeriggio piovoso ti coccolano e ti fanno stare meglio. La magia della cucina che a volte esprime il meglio con pochi e semplici ingredienti.
Ci sono alcuni momenti dell’anno che leghiamo a particolari prodotti della nostra terra. La fine dell’estate rappresenta sempre l’inizio della stagione dei funghi. Pur essendo nato e cresciuto in mezzo alle montagne non sono mai stato un grande raccoglitore di funghi, ma mi sento particolarmente bravo a cucinarli e mangiarli. Non esiste una combinazione migliore come quella tra i porcini freschissimi di stagione e un risotto preparato con tutte le regole che abbiamo imparato a conoscere insieme.